pc 23 giugno - LA QUESTURA VIETA IL CORTEO PER LA PALESTINA A MILANO. AL TERMINE DEL PRESIDIO UNA SPONTANEA ORGOGLIOSA E CONVINTA MANIFESTAZIONE IN RIPOSTA
Ieri arrivati piazza è stato annunciato dagli organizzatori che il corteo era stato vietato con prescrizioni dalla questura e quindi hanno deciso di restare in piazza Cairoli con un presidio.
Nell’assemblea che è seguita (vedi link diretta https://www.facebook.com/share/v/MK53qWSuKP1VFc8q/?mibextid=WC7FNe), i vari interventi come al solito hanno toccato tutti i vari aspetti ma al centro la questione della repressione è rimasta ai margini e questo è e rimane un problema perchè finisce per ridurre ad una questione burocratica tra chi va a chiedere il perchè , quando il divieto è già il contenuto, e le ragioni sono il programma politico della Meloni in particolare contro la Palestina, così come contro le lotte.
Questo è stato sintetizzato anche nel breve intervento a manifestazione praticamente chiusa (Ascolta Audio ).
Terminati gli interventi dal camioncino/palco, si è staccato da Piazza Cairoli, con oltre un centinaio di manifestanti molti giovanissimi, un corteo diretto all’assemblea convocata all’Università Statale dall’accampada, studenti mobilitati sabato ancora dentro l’ateneo (Vedi video), in occasione dell’open day, la vetrina del rettorato per attirare iscritti, diventata più reale grazie agli studenti in lotta che hanno denunciato anche in questa occasione gli accordi con le università Israeliane che la Statale ha sottoscritto e rivendica, accordi che pongono gli studenti al servizio dell’industria delle armi, e dell’esercito genocida Israeliano.
Il corteo ha potuto finalmente portare nelle centrali vie attorno a piazza del Duomo, le ragioni della resistenza palestinese, la denuncia dei crimini e dei complici del genocidio, e dare in questa maniera una prima risposta al nuovo divieto contro il movimento di solidarietà alla Palestina.
L’assemblea in Statale è poi diventata occasione per riprendere i contenuti dell’Intifada studentesca, la lotta e il boicottaggio contro i progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo della tecnologia militare, con le università israeliane, la denuncia delle forniture militari che il governo italiano, terzo fornitore di Israele, non ha mai fermato, con il ruolo di Leonardo, colosso degli armamenti. E ancora i porti, da dove transitano i materiali bellici grazie alle grandi società della logistica: e proprio contro la Maersk, colosso norvegese dei trasporti via mare, è partita una campagna di boicottaggio che il 25 giugno diventerà un’azione con i lavoratori del porto e della logistica in sciopero, di blocco del porto di Genova.
Sempre nell’assemblea è stato portato l’esempio di Anan, Ali, Mansour, detenuti in Italia su richiesta di Israele perché sostenitori della Resistenza palestinese, di come la lettera dal carcere dell’Aquila sia stata letta alla manifestazione dei Fasano contro il G7 della guerra e calorosamente accolta, e l’appello alla lotta, contro la repressione, programma del governo moderno fascista della Meloni, dai divieti, vivi sono ancora nella memoria i fatti del 27 gennaio a Milano, alle denunce, ai manganelli fino alla riforma dei decreti sicurezza in corso.